Una serie di coincidenze fortunate ha consentito di organizzare una due giorni di pesca a Ibiza e Formentera con il fuoriclasse spagnolo e Marco Ciceri. Il motivo: testare i nuovi prodotti di casa C4/Dessault per il 2025
Emiliano Brasini
Talvolta le cose nate per caso sono le più belle. Ed è proprio quello che è successo lo scorso mese di giugno quando da un incredibile incrocio di fattori ne è scaturita un’esperienza indimenticabile. Ero in viaggio per Ibiza dove dovevo realizzare uno shooting fotografico negli stessi giorni un cui Marco Ciceri, proprietario di C4 Carbon, era anche lui sull’isola per testare, assieme al campione di casa Oscar Cervantes, i nuovi prodotti per il 2025. E così ci siamo sentiti e subito siamo riusciti, con qualche incastro, siamo riusciti a ritagliarci un paio di uscite in mare assieme. Un’esperienza davvero indimenticabile
Due parole su Ciceri e Cervantes dal lato umano?
«La prima cosa che mi viene in mente raccontando questa esperienza con Marco è stata la simpatia e, soprattutto, la leggerezza dei discorsi durante quelle poche ma intense cene in compagnia. Per quanto riguarda Oscar, se dovessi utilizzare un aggettivo direi brillante: una persona simpaticissima, mai pesante o sopra le righe e, in particolar modo, la cosa che mi ha più colpito è stata la disponibilità con la quale si è adattato per farmi vivere due giorni di pesca fantastici! E parliamo di un campione del mondo, uno dei massimi interpreti della pesca moderna!».
La cosa che più ti ha impressionato di Oscar in acqua?
«In primis, la perfezione con la quale prepara il tuffo con una semplicità quasi primordiale. Preparara discese a 30 metri in costante con una naturalezza che mai avevo vista prima. E poi è elegante nei movimenti, sicuramente agevolato dalla stazza minuta grazie alla quale scivola all’agguato alla ricerca delle grandi corvine sui cigli di Formentera formati da posidonia e piccole rocce vulcaniche. Vederlo in azione è uno spettacolo».
In quali zone siete andati? Parlaci dei fondali e del comportamento delle prede?
«La parte che mi è piaciuta più di tutto è stata Formentera. C’è un posto, un fondale con acqua limpida e calda fino ai 40 metri, formato da lastre di roccia miste a grotto. E’ praticamente invisibile dall’alto ma con un’attenta ricerca e strisciando sul fondo si riescono a individuare tane di corvine di notevoli dimensioni, pesci che pascolano numerosi all’interno di queste fessure. Ho trovato la cattura delle corvine molto più semplice che dalle mie pareti, nel Lazio; l’impressione è che non fossero disturbate dall’essere umano.
«La più grande delusione è stata invece l’assenza totale di cernie di stazza, sia brune che bianche. Non è che non ci sono, ma è la taglia che mi colpisce; sono tutti esemplari piccoli. Oscar dal lato suo mi racconta che il prelievo intensivo da parte dei professionisti con coffe e reti, strascichi e via dicendo, negli ultimi vent’anni ha decimato la specie in profondità, con il risultato di un abbassamento notevole della stazza media.
«Diciamo che il pesce più bello che ricorderò l’ho catturato a Ibiza su un relitto a 40 metri, che aveva la parte più alta sui 30. Oscar mi aveva avvisato della presenza di un branco di dentici enormi. Ecco come è andata. L’acqua è estremamente limpida con delle boe di segnalazione del relitto, sia affioranti sia sul fondo, che creano uno spettacolo spettrale. Tuffo con la zavorra mobile prontamente recuperata, rigorosamente a mano, da Oscar, bloccandola a 20 metri dal fondo e permettendomi di effettuare una planata nel blu per andarmi a posizionare direttamente in una torretta di manovra del cargo affondato. L’acqua calda rende tutto più bello, tutto più semplice. Da lontano, in maniera assurda, arrivano i pesci sulla pancia della nave, dove non riesco ad avere più che 10 o 20 centimetri di copertura da un gradino di acciaio, cosa che non spaventa assolutamente il branco ma che, anzi, mette in competizione alimentare i singoli pesci. Risultato: i dentici si dirigono in maniera decisa verso di me, ma come nelle belle favole decidono ovviamente di bloccarsi a 5 metri di distanza. Per fortuna avevo con me un fucile molto potente, pronto per l’occasione. Tiro preciso e pesce in guancia. E, con tutta la gioia immaginabile, riemersione in sicurezza».
Due parole per descrivere Ibiza e Formentera?
«A Formentera sono stato soltanto in acqua l’ho vista solo dal gommone e quindi Evito ma Ibiza è stata una piacevole sorpresa. Aspettavo di trovarmi di fronte un’isola danzante, piena di “scappati di casa” da tutta Europa, invece la movida è circoscritta nella prossimità del porto, il resto è fantastico, con una vegetazione naturale bellissima e spiagge e cala da togliere il fiato. Da tornarci».
Per l’occasione sono state testate nuove attrezzature?
«Di questo forse dovresti parlarne con Ciceri perché non penso che sia giusto che spoilero le novità di casa C4, ma a denti stretti ti dico che sia la nuova torcia che la nuova muta di Dessault faranno parlare parecchio. E poi, come dice Oscar, la famiglia Ciceri mi ha sorpreso per quanto riguarda i test prodotti, che mi chiede con cadenza mensile, facendomi stressare i nuovi articoli per mesi prima di dare l’ok alla produzione: una certezza!».
Avete in programma altre trasferte del genere?
«L’esperienza con Marco Ciceri è stata profondamente positiva. E non so se la vita mi porterà di nuovo a incrociare i nostri percorsi, ma se dovesse accadere sicuramente ci sarà con noi una bella bottiglia di vino ghiacciato!».