Ha ottenuto il record in VWT senza attrezzi nelle acque del Mar Rosso raggiungendo i 105 metri
Filippo Carletti
Lo seguivo già da diverse settimane su Instagram e i suoi tuffi erano quelli di chi può ambire a qualche risultato importante. Senza farsi attendere troppo si è presentato alla scena internazionale apneistica così. Giacomo Sergi, ingegnere meccanico di Trapani, classe 1996, è il nuovo record holder VWT senza attrezzi, la specialità in assetto variabile che consiste nello scendere con una slitta e risalire a braccia. L’ha ottenuto nelle acque di Sharm, in Mar Rosso, con 105 metri.
Come tanti che vivono il mare, Giacomo è un appassionato di pesca, che ha conosciuto a 13 anni assieme al fratello.
E quando hai iniziato a dedicarti all’apnea pura?
«Ho seguito il mio primo corso di apnea a 18 anni, sempre nella concezione che fosse utile alla pesca. Successivamente, frequentando ingegneria meccanica a Torino, e quindi piuttosto lontano dal mare, ho iniziato ad allenarmi con MondApnea. Possiamo dire che questo è sempre stato il mio sport. Finita l'università e tornato nella zona di Trapani, ho iniziato a prendere tutto più sul serio e nel corso del tempo ho avuto modo di frequentare l’Egitto e in particolare Dahab. È qui che ho conosciuto Jun Matsuno, oggi mio coach. Allenamento dopo allenamento andavo sempre più giù e questa ha acceso in me il desiderio di sfidare me stesso e vedere cosa riuscissi a fare».
Come ti sei trovato a frequentare Dahab?
«Qui esiste una realtà apneistica unica al mondo. C’è chi la definisce la mecca dell’apnea ed è sicuramente una meta che chi pratica questo sport deve visitare almeno una volta nella vita. Il Blue Hole è sicuramente uno dei posti più suggestivi dove sia mai sceso, con pareti di corallo che ti circondano mentre, metro dopo metro, sprofondi verso l’abisso. Intanto che sali non è raro vedere pesci e spettacoli unici, riservati a chi ha deciso di fare qui apnea. E mentre ti alleni migliori, anche solo guardando chi è più forte di te, ascoltando gli altri o più semplicemente vagando per le strade. Qui ci sono tra gli allenatori più forti al mondo, si preparano gli atleti migliori e hai l’opportunità di toccare con mano una cultura che altrimenti rischi di vedere solo attraverso lo schermo di uno smartphone».
Quando ti è venuta l’idea di provare questo record?
Fin da quando avevo 18 anni ho aperto spesso l’albo dei record, guardando con ammirazione a quei grandi numeri e a quei grandi nomi, il sogno forse è nato da lì. Quest’anno ho fatto la stessa cosa e mi sono detto che forse, a questo giro, tra quei nomi riuscivo a comparire anche io. Sapevo che il primato precedente, stabilito da Vincenzo Ferri (103 VWT senza attrezzi) potevo batterlo. Sia Jun che Tito Zappalà hanno creduto in me e mi hanno spronato a provarci. Perciò da febbraio ho iniziato ad allenarmi».
Come ti sei preparato per raggiungere l’obiettivo?
Avevo già raggiunto gli 87 metri in FIM. Perciò sono partito da lì e abbiamo impostato un percorso di allenamento volto a superare i 103 metri con la slitta. Inizialmente ho svolto tuffi in no limits, prendendo confidenza con la velocità, con la slitta e con le quote. Così, dagli 80 metri in no limits sono arrivato ai 110. A quel punto ho iniziato a provare il VWT, tornando verso la superficie a braccia. Sono partito da 90 metri fino a raggiungere i 108. La parte che mi ha creato più stress è stato comunicare il tentativo di record 60 giorni prima, come da prassi, quando tuttavia non avevo ancora provato quel tuffo e non avevo certezze che ce l’avrei fatta».
Raccontaci il tuffo del record!
«Fino a 3 giorni prima ero tranquillo. Stavo bene, dormivo bene. Poi ho iniziato ad accusare un po’ di ansia da prestazione. Mal di testa, mal di pancia, non dormivo bene e via così. Un po’ di focus sulla respirazione e sulla meditazione mi ha aiutato, così come mi è stato molto d’aiuto avere amici vicini con cui continuare a scherzare fino a poco prima del tuffo decisivo. Prima del record ho iniziato con 2 warm up. Uno a 12 metri con un hang e un altro a 40 con la slitta e risalita lenta in FIM. Così ho iniziato a visualizzare il tuffo che avrei fatto: preparazione, discesa, virata e risalita. Partono quindi i 3 minuti di count down. Una volta bucata la superficie cerco di godermi le sensazioni, carico a 5 metri e ricarico ogni 4 circa. Mi piace sentire sempre che sono pieno di aria per la compensazione. A 30 metri faccio l’ultimo carico e con il mouthfill arrivo fino a 105, stando bene attento che la velocità o l’acqua non portino il mio corpo a irrigidirsi. Nei tuffi dei giorni prima avevo avuto degli episodi di narcosi abbastanza intensi, ma in quello decisivo è andato tutto come doveva, e anche la narcosi è stata tutto sommato gradevole. A metà strada della risalita sono iniziate le contrazioni. Qui, valutando male, mi aspettavo di vedere il primo safety. Quando non l’ho incontrato è subentrata un po’ di angoscia, ma alla fine mi sono concentrato e tutto è filato decisamente liscio».
Quali sono i progetti futuri?
«Vorrei concentrarmi sulle gare CWT in assetto costante. A luglio si terrà la Mediterranea cup, mentre a settembre ci saranno gli italiani al lago di Garda. Vorrei partecipare per poi allenarmi in vista di migliorare, ma comunque posso dire che punto a vincere qualche medaglia!».
In che rapporti sei con la statica e la dinamica?
«La statica mi piace e l’alleno anche a secco. È facile da preparare e trovo sia molto utile anche per la profondità. La dinamica è senz’altro utile, però richiede molto più tempo ed energie mentali e non riesco a trovarne per prepararla a dovere».
Ci sono sponsor che ti hanno aiutato?
«La C4 mi ha sostenuto e gliene sono molto grato. Marco Ciceri ha accolto da subito con entusiasmo questo mio desiderio di record e mi ha dato una grossa mano con l’attrezzatura. Un altro grande aiuto è arrivato dallo sponsor tecnico EasyQ. Un piccolo congegno che ha 5 allarmi da settare nelle discese dei tuffi e 2 in risalita. Infine, 3 aziende siciliane che ringrazio e che hanno sostenuto le spese di organizzazione: sono MarePuro, che commercializzano prodotti di tonnara, Atmosfere Siciliane (Olio Evo) e Gieffe, azienda di materiali edili».
Come passerai questa estate da record?
«La pesca ce l’ho nel sangue, perciò penso proprio che la passerò così. E poi mi allenerò per queste 2 gare in programma. Ho tanta voglia di fare bene!».
Per finire, c’è qualche consiglio che ti sentiresti di dare a che vuole fare apnea?
«Nell’apnea se vuoi progredire, migliorare e crescere sii una spugna e ascolta sempre chi è più forte di te, il tuo coach e i consigli che ti vengono dati da chi ha esperienza. Fidati ciecamente e guarda quel consiglio dove ti porta anche quando non sei poi così convinto. Magari all’inizio puoi non sei troppo sicuro, magari hai le tue convinzioni, ma puoi stare certo che i progressi arriveranno molto più velocemente. Fai sempre parlare gli altri e non affidarti troppo al tuo ego. In sostanza, non pensare mai di saperne più di tutti!».