Il forte atleta napoletano è entrato a far parte del nostro team con una rubrica che, mensilmente, andrà ad analizzare i vari aspetti legati all’apnea. Un bagaglio di esperienze maturato durante “una vita” passata sott’acqua con 6 record italiani, 6 record del mondo, 3 medaglie d’argento al valore sportivo, più tantissimi altri piazzamenti
Vincenzo Ferri
L’apnea è una disciplina praticata da secoli. Basti pensare ad Haggi Statti che, nel lontano 1913, scese a 80 metri per recuperare l’ancora della nave Regina Margherita.
Ovviamente tanto è cambiato da quei tempi, tant’è che, negli ultimi 20 anni, i progressi sono stati davvero incredibili, sia per le tecniche utilizzate che per le attrezzature; quest’ultime, infatti, si sono evolute cosi tanto da permettere agli atleti di ottenere performance inimmaginabili solo qualche stagione fa, e questo è accaduto in piscina come in mare, risultati che hanno dato visibilità e notorietà a questo bellissimo sport.
In questa prima puntata vorrei soffermarmi sulle attrezzature e sulle pinne e monopinne in particolare. Oggetti che sono cambiati tantissimo nel corso degli ultimi anni grazie soprattutto all’introduzione di materiali che prima non esistevano in questi termini: i compositi e le gomme di ultima generazione. Materiali che hanno permesso la creazione di modelli dalle performance esagerate, ma estremamente tecnici ed efficaci solo se usati nella maniera adeguata. E’ un po’ come guidare una Ferrari e un’utilitaria. Quest’ultima è senza dubbio più semplice da condurre, però non ti darà mai le soddisfazioni e le prestazioni di un’auto sportiva.