Mirko Bruni
La cernia, nota per la sua longevità e le dimensioni notevoli, ha recentemente affrontato sfide significative, ma grazie a misure di conservazione rigorose sta facendo ritorno nelle acque del Mediterraneo. Il nome scientifico Epinephelus affonda le sue radici nel termine "nebulosa”, che in greco si traduce come "νεφέλη" (neféli). Proprio questa sua caratteristica di essere “Nebulosa”, e quindi di nascondersi con le sue macchie e colori mimetici, la rende un ottimo predatore.
La cernia è un ermafrodita proterogino, inizialmente femmina che diventa maschio, quindi un caso di ermafroditismo completamente opposto a quello di alcuni pesci come gli sparidi, l’orata prima fra tutte, che invece èproterandica e quindi prima maschio per poi diventa femmina. Con una lunghezza massima di 140-150 cm e un peso fino a 60 kg, questo superpredatore contribuisce all'equilibrio dell'ecosistema marino, nutrendosi principalmente di molluschi, crostacei e altri pesci.
Qual è il suo ruolo ecologico? Al vertice della catena alimentare marina, la presenza della cernia è un indicatore di qualità ambientale. Tuttavia, a causa del suo alto valore commerciale, è minacciata dalla pesca eccessiva ed è considerata vulnerabile dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).
Nonostante sia stata a rischio di estinzione a causa di pesca e bracconaggio, la cernia bruna, prima fra tutte, sta vivendo un rinascimento, soprattutto nelle aree marine protette del Mediterraneo francese e monegasco. Questo successo è il risultato di trent'anni di sforzi dedicati alla conservazione delle specie marine minacciate.
Veniamo al dunque... Tutti sappiamo che una grossa cernia nel carniere è un fiore all’occhiello che pochi si possono permettere. Allora, come possiamo fare per aumentare le possibilità un giorno di avere questa fortuna?
Una grossa cernia è molto probabilmente un maschio, un maschio che, se di taglia considerevole, ha contribuito a disseminare il suo Dna molte volte e visto che è stato così bravo da rimanere in vita a lungo, sarà portatore di geni molto probabilmente ben adatti alla sopravvivenza in un ambiente ostico come quello subacqueo.
Studi di appena un decennio fa, dimostrano che la cernia è oligospermica, ciò vuol dire che con l’aumentare degli anni la produzione dei suoi spermatozoi si riduce in maniera sostanziale. La prima cosa a cui si pensa dopo aver letto questa informazione, è chiaramente: “Se pesco un cernione grosso e vecchio non faccio del male all’ecosistema, anzi...”.
In realtà ci sono altre variabili di cui si deve tener conto. Infatti, nessuno è in grado di sapere le dinamiche di popolazione delle cernie che vivono nella zona in cu si va a pescare (una popolazione in biologia è un insieme di individui della stessa specie, che vivono nello stesso periodo in una stessa area geografica, avendo perciò la massima probabilità di accoppiarsi tra loro).
Una volta che il maschio riproduttore sarà mancato, in assenza degli altri competitori che venivano allontanati dal vecchio maschio, inevitabilmente una delle femmine dovrà iniziare quel processo di cambio sesso che la farà diventare il prossimo “bullo” del quartiere; questo chiaramente a danno della stabilità della popolazione stessa.
Avendo assorbito questa ulteriore nozione, si passerà quindi a pensare: “Va bene, allora i maschi grandi li lascio stare perchè non sono conscio della struttura della popolazione, ma quelle di taglia media le posso catturare!”. Anche qui, purtroppo, ci sono degli elementi da considerare...
Le cernie di taglia media sono praticamente tutte femmine, e qui la biologia ci scodella un altro bel termine che ci aiuta a capire le dinamiche di popolazione: la fitness. Chiaramente, non stiamo parlando dell’attività sportiva che ci tiene preparati alle nostre sommozzate, ma di questa definizione: con fitness, in biologia si definisce il successo riproduttivo di un individuo, ed esso si quantifica dal numero medio della progenie in grado a sua volta di riprodursi. In soldoni spicci, le cernie di taglia media sono quelle che contengono un discreto quantitativo di uova che hanno tutte grandi probabilità di diventare pesci adatti a riprodursi a loro volta.
Quindi, ricapitolando: una cernia nasce femmina; quando è pronta alla riproduzione ma è piccola contiene poche uova (oltre a esserne vietata la cattura secondo legge) quindi cresce e diventa di una buona taglia per portare tante uova che si schiuderanno quasi tutte e daranno vita ad altre cerniotte; invecchia e diventa maschio che produce tanto sperma, infine invecchia ancora e perde la sua capacità di produrre tanto sperma, però mantiene un suo harem di femmine e controlla il territorio.
Quindi, quali taglie possiamo pescare? Le cernie sono territoriali e solitarie, con i maschi che difendono attivamente le loro aree. La riproduzione avviene in gruppi durante l'estate, periodo in cui è sconsigliato pescarle proprio per non interrompere questo processo. Allora la risposta è: non so che dirvi! Ognuno di noi conscio di queste informazioni dovrebbe a suo buon cuore decidere, in base all’abbondanza della specie in zona, quali e quanti individui prelevare.
Il divieto delle lampade nella pesca in apnea può essere considerato una misura di conservazione in quanto la nostra “nebulosa” amica è difficile da scorgere in ambienti bui, quindi magari potremmo considerare di non usarla per darle una chance in piu. Le torcie, inoltre, possono avere impatti negativi sull'ambiente marino, compreso l'alterazione del comportamento degli organismi e la potenziale contaminazione ambientale. In determinate circostanze, l'uso delle lampade potrebbe danneggiare specie non bersaglio oppure habitat sensibili.
In Francia e in Spagna ci sono leggi che ne vietano la cattura in quanto specie stanziali e, soprattutto, durante le fasi cruciali del ciclo riproduttivo, questo per proteggere le popolazioni durante la deposizione delle uova. Nonostante i progressi nella conservazione, la cernia bruna è attualmente classificata come "In Pericolo" sulla Lista Rossa IUCN, principalmente a causa del prelievo eccessivo e della perdita di habitat. Anche la cernia bianca e la cernia pavonina sono minacciate.
La comprensione delle differenze tra le specie di cernia è essenziale per la conservazione di questi predatori chiave. Il loro ruolo nell'ecosistema marino, insieme con le sfide di conservazione, sottolinea l'urgente necessità di proteggere e gestire attentamente queste specie per preservare la biodiversità del Mediterraneo occidentale.
In realta’ tolta la pesca professionale, che sappiamo bene aver un impatto largamente superiore a quello della pesca sportiva, dovremmo essere noi giuria e giudici: la possibilità di avere ancora la nostra nebulosa amica nel mirino per i prossimi anni a venire dipende anche da noi.