Biscaglia, Minho e Algarve: tre regioni iberiche affacciate sull’oceano e raggiungibili dall’Italia con poche ore d’aereo. Sono caratterizzate da fondali alquanto diversi e, di conseguenza, diverso è il modo di pescare. A incidere sono le differenti latitudini e l’esposizione a vento e correnti
Alberto Martignani
Qualche tempo fa abbiamo parlato del “Mare dei Celti”, ossia della conformazione delle coste e dei fondali, delle specie ittiche e di come si pesca in quelle porzioni di Oceano che bagnano le antiche nazioni celtiche d’Europa. Tuttavia, sono migliaia i chilometri di costa atlantica europea e, in quest’ambito, è possibile riconoscere ambienti marini spesso notevolmente diversi tra loro.
Viaggeremo questo mese nella Penisola Iberica, dal Golfo di Biscaglia sino al Golfo di Cadice. Sono poco più di 6 i gradi di latitudine che separano la più settentrionale delle regioni considerate, ossia la Biscaglia, dalla più meridionale, che è l’Algarve. La terza regione considerata, il Minho, si trova circa a metà strada tra le prime due, percorrendo l’infinito litorale atlantico nord-occidentale della penisola.
Note geografiche
Biscaglia: (Bizcaya in basco) è la provincia più orientale della Comunidad Autonoma spagnola dei Paesi Baschi (Euskadi). Il capoluogo è Bilbao e si colloca nel cuore del golfo di Biscaglia, al confine con la Francia. Mentre la parte francese della regione presenta una costa bassa e sabbiosa, inadatta al nostro sport,
l’Euskadi è caratterizzato da una costa rocciosa alta e frastagliata, spalleggiata dalla catena dei Monti Baschi, che preludono, più a est, al grande massiccio pirenaico. Da questi monti scendono verso il mare brevi fiumi, che incidono profondamente il territorio.
La porzione di oceano che bagna la regione è detta Mar Cantabrico e possiede caratteristiche del tutto peculiari. Qui, infatti, si scontrano le correnti fredde provenienti dal Mare del Nord con quelle calde che arrivano dal Golfo del Messico, creando quella concentrazione di nutrienti che è alla base della sua grande pescosità.
Minho:(o Miño, secondo la denominazione spagnola) è una regione, a cavallo del confine settentrionale tra Portogallo e Spagna, che prende nome dall‘omonimo, grande fiume che
l'attraversa sfociando in Atlantico con un ampio estuario. Si tratta di una regione ricca e fertile, di campi coltivati, vigneti, boschi di eucalipti e pinete. Ne prenderemo in considerazione la parte portoghese, nel suo tratto più settentrionale, corrispondente alla provincia di Viana do Castelo.
A sud dell'estesa zona umida corrispondente all‘estuario del Minho si dipana un litorale basso e rettilineo, ben diverso dal profilo tormentato, inciso da profonde “rias”, tipico della confinante Galizia. A piccole spiagge sabbiose si alternano distese di irregolare roccia granitica, con sporadiche piccole punte e promontori, mai eccessivamente alti o pronunciati.
Algarve: è la regione più meridionale del Portogallo, antistante le coste africane da cui è separata dal golfo di Cadice. Confina con la provincia spagnola dell'Andalusia. L'esposizione a sud, verso
l'Africa, ne rende il clima piuttosto secco, caldo in estate e temperato in inverno, con una connotazione quasi sub-tropicale lungo il versante meridionale, dove a panorami decisamente aridi si alternano distese verdeggianti di palme, agavi e agrumeti.
La costa è tendenzialmente bassa e sabbiosa, interrotta da foci fluviali e lagune. Diviene invece alta, aspra e rocciosa in prossimità dell'imponente Cabo de São Vicente, doppiato il quale ed effettuata la transizione sul versante occidentale, il clima diviene più umido (e l'oceano più difficilmente praticabile) per l'esposizione diretta ai venti atlantici.
Prenderemo in considerazione soprattutto la zona di Sagres, in prossimità di Cabo de São Vicente, che è quella più idonea alla pesca, specie da terra.
La trasferta
Biscaglia: da Bologna la Biscaglia dista circa 1.500 chilometri. E’ quindi possibile raggiungerla anche in auto, pianificando una sosta intermedia in Francia, per pernottare. La durata complessiva del viaggio non supera le 24 ore. In alternativa, è necessario trovarsi un volo su Bilbao e noleggiare successivamente un’automobile. In Biscaglia non mancano ostelli e B&B ove soggiornare a prezzi convenienti (a partire da 40€ al giorno).
I mesi migliori per la pesca sono luglio e agosto: potremo godere di un meteo più stabile e l’acqua si sarà scaldata quel tanto (22-23 gradi) da attirare sotto costa prede di rango come i dentici e le orate di grossa taglia, che latitano nelle altre stagioni. Il traffico nautico non sarà mai eccessivo, neppure in piena estate.
Minho: l’opzione migliore è utilizzare un volo aereo sulla città di Oporto, da cui poi coprire in automobile i 75 chilometri di autostrada necessari per raggiungere Viana do Castelo. Assolutamente consigliabile il soggiorno in una Quinta: si tratta di tenute agricole, o proprietà in campagna, tipiche portoghesi, che mettono a disposizione una o più dependance per gli ospiti. Oltre a prezzi contenuti, consentono di approfittare in genere di una colazione gustosa e abbondante e di entrare a contatto con lo stile di vita locale.
Come in quasi tutte le località atlantiche, conviene organizzare la vacanza nel periodo estivo (prenotando con un certo anticipo)
Algarve: per raggiungere Sagres si può prendere l’aereo per Lisbona e qui noleggiare l’auto con cui percorrere i rimanenti 300 chilometri di autostrada. In alternativa si può atterrare a Faro (capitale dell’Algarve), su cui però non esistono voli diretti dall’Italia (sempre necessario lo scalo a Lisbona).
L’Algarve è una meta turistica gettonata tutto l’anno. Numerosissimi, in particolare, i turisti dal Regno Unito (che ne hanno fatto una specie di colonia). Tuttavia, a Sagres, che risulta un po’ defilata rispetto alle località più affollate, è possibile individuare soluzioni abitative non particolarmente dispendiose (in particolare fuori stagione).
Contrariamente alle altre località prese in considerazione, in Algarve si può andare tutto l’anno, in quanto il clima è mite anche in inverno e la temperatura dell’oceano raramente scende sotto i 15 gradi.
La pesca (Fondali, tecniche e prede)
Biscaglia: il modo più semplice e immediato per pescare è quello di scendere in acqua sfruttando uno dei numerosi accessi da terra e buttarsi “a la orilla”, che significa vicino a riva, nel frangente dell'onda, insidiando quelle che sono le prede maggiormente comuni, ossia i saraghi maggiori e i faraone (sargos rojos), che da queste parti possono raggiungere dimensioni veramente eccezionali. Si prendono anche spigole e belle mormore, considerato il fatto che le estese zone di scoglio sono generalmente inscritte su un fondale tendenzialmente sabbioso. Per lo stesso motivo, e per il fatto che ci si immerge spesso in presenza di onda formata, la limpidezza dell'acqua non sarà mai eccelsa. La lunghezza di fucile più indicata sottocosta è 90 centimetri.
Il momento di gran lunga migliore corrisponderà alla fase terminale di marea crescente (le escursioni possono variare da 2 a oltre 4 metri), che vede un generalizzato incremento del movimento di pesce. Ci si potrà anche allargare, guadagnando un po' di fondo e applicare una tecnica di aspetto misto-agguato su panettoni irregolari di roccia che si staccano dal terreno un po' dovunque. Anche su queste formazioni la risacca atlantica potrà farsi, in una certa qual misura, sentire, ma sicuramente con intensità minore di quanto non accada vicino a riva. Contrariamente a quanto succede sul resto della costa iberica settentrionale (Asturie e Galizia), il Mar Cantabrico, lungo le coste basche, non presenta laminaria. Prevale un'alga bassa che rende i fondali simili a quelli mediterranei. Anche molte delle specie cacciabili sono tipiche del Mediterraneo: parliamo di dentici, orate, cernie e ricciole. Comuni sono anche cefali, tordi (pintos), triglie e scorfani di notevole pezzatura.
La sensazione, riportata da chi ci pesca abitualmente, è che la biologia del Mar Cantabrico abbia subito un'evoluzione in questi ultimi decenni, rapportabile forse a un aumento di temperatura delle acque. Sarebbero pertanto diminuite le spigole e aumentate invece specie tipicamente mediterranee, come dentici e cernie. Dentici e orate di grossa taglia divengono catturabili, con una certa regolarità, a partire dal mese di luglio, allorchè le acque costiere si siano sufficientemente riscaldate. Le probabilità aumentano di molto disponendo di un mezzo nautico e avendo la possibilità di allargarsi alcune centinaia di metri dalla costa, per visitare secche davvero interessanti (la batimetrica può variare dai 10 ai 20 metri). In questo caso è ovviamente consigliabile disporre di un’arma più lunga e potente.
Sono questi gli spot ove è anche possibile realizzare l'incontro in assoluto più emozionante, quello con la splendida ombrina boccadoro, un pesce che può tranquillamente arrivare a 50 chili di peso.
Minho: lungo tutto l'esteso e basso litorale che va dalla cittadina di Viana do Castelo sino all'estuario del fiume Minho, immergersi da terra è possibile senza particolari difficoltà. Sceglieremo, a tale scopo, le spiagge ove, a una buona presenza di roccia a terra, affioramenti rocciosi poco al largo, piccole punte e promontori, si associ la possibilità di guadagnare l'acqua a piedi, in maniera agevole. Già sulla sabbia, a pochi metri da riva, nella fase terminale del culmine di alta marea, potremo avere le prime sorprese: le spigole che risalgono in caccia sin quasi a riva (si tratta tuttavia, quasi sempre, di esemplari di piccola taglia). Anche da queste parti le escursioni di marea possono tranquillamente superare i 4 metri.
Possiamo a questo punto dirigerci verso qualche zona di scogli a ridosso della costa, proseguendo a pescare in meno di 3 metri
d'acqua, oppure proseguire verso il largo alla ricerca di formazioni rocciose sommerse, sempre inframezzate al fondale sabbioso.
La batimetrica aumenta in maniera lenta e graduale, per cui, ancora ad alcune centinaia di metri da terra, è raro che la profondità superi i 10 metri. In questo tratto di costa atlantica (così come nella confinante Galizia), la laminaria la fa da padrona e, tranne che sulle zone di scoglio più a riva, ricopre in maniera rigogliosa tutte le concrezioni di roccia.
L'acqua è in genere torbida o torbidissima. Si pesca all'aspetto, con un fucile di massimo 90 centimetri, fermandosi preferibilmente alla base dei panettoni di roccia, in modo da non essere “inghiottiti” dalla laminaria.
Arrivano principalmente saraghi (maggiori e più rari faraone) e spigole. Queste ultime sono numerossime, anche d'estate, spesso in branchi sterminati ma, purtroppo, quasi tutte di taglia modesta. Per i grossi esemplari sottocosta bisognerebbe venire in inverno, quando tuttavia la probabilità di trovare condizioni meteo-marine inaffrontabili, data anche l'assenza assoluta di ridossi, risulta troppo elevata.
Altre specie cacciabili sono i tordi, i balestra, i merluzzi gialli (bacalhau) e i polpi. Questi ultimi sono frequenti e vengono catturati a centinaia dai sub locali nella fase di bassa marea. A volte le correnti sono sostenute e spirano parallele alla costa, fattore che, in aggiunta alla scarsa visibilità, rende abbastanza difficile mantenere i punti. Non vi sono, di norma, problemi per la sicurezza, dal momento che, essendo la costa piuttosto bassa, sarà possibile entrare in un punto e uscire da un altro.
Tra le possibili opzioni, citerei anche il versante esterno del lunghissimo e mastodontico molo di tetrapodi di Viana do Castelo. Si può scendere, con tutte le precauzioni del caso, a metà circa del suo sviluppo e dirigersi verso la punta effettuando gli aspetti rivolti verso l'esterno. Si verrà immediatamente circondati dai branchi di grosse boghe oceaniche. Prolungando l'attesa compariranno i cefali, i saraghi e le spigole...
Algarve: nella zona di Sagres la costa raggiunge la propria massima spettacolarità, con una sequenza di alte falesie interrotte da ampie spiagge. Pertanto, interpretare la zona e individuare validi punti d'accesso, se sprovvisti d'imbarcazione, può non essere semplice.
Una dei punti più interessanti e, al tempo stesso, facilmente accessibili, è l'imponente promontorio di Ponta da Atalaia, proprio davanti all'abitato di Sagres.Vi si può accedere da due diverse zone: da ovest, scendendo dalla limitrofa Praia de la Mareta, oppure da est, sfruttando un comodo accesso dal piccolo porto da Baleeira. E' possibile anche entrare da uno di questi due punti e uscire dall'altro, rientrando poi a piedi attraverso l'abitato di Sagres.
La falesia su cui ci troveremo a pescare cade abbastanza verticalmente in mare, tuttavia la parete risulta interrotta da gradini, spaccature, rientranze e speroni di roccia, che consentono di praticare l'agguato ai numerosissimi saraghi e cefali, e alle più rare orate, costantemente presenti in parete.
A onta dell'abbondanza di prede potenziali, si tratta di una tecnica tutt'altro che facile, per due motivi: innanzitutto la perenne risacca atlantica che, anche in condizioni di mare relativamente calmo, tenderà a spostarci durante gli agguati vanificandone spesso l'efficacia tanto più che, a differenza della maggior parte delle altre località atlantiche, da queste parti i grossi saraghi, forse perchè sottoposti a una pressione venatoria superiore alla media, appaiono estremamente diffidenti e si danno alla fuga per un nonnulla.
La roccia prosegue anche a distanza dalla parete, ma è necessario scendere almeno sotto i 15 metri, in quanto il fondale precipita repentinamente. Si tratta di una roccia scabra ma povera di vegetazione, coperta tuttalpiù da un'alga bassa e rada, essendo assente, a questa latitudine, la laminaria. La relativa torbidità dell'acqua, e l’esigenza di un sovente rapido brandeggio in presenza di risacca, consigliano di utilizzare fucili di lunghezza non superiore a 90 centimetri.
Un contesto un po' diverso da quello appena descritto s'incontra poco a est dell'abitato di Sagres. Dalla Praia do Martinhal è possibile, dirigendosi a sinistra, accedere a un bassofondo roccioso parecchio articolato, presente nell’immediato ridosso della riva, ma che prosegue per alcune centinaia di metri anche al largo culminando nei cosiddetti isolotti del Martinhal e in altri affioranti minori. La risacca è sempre intensa, ma il fatto che il fondale abbia uno sviluppo più orizzontale, senza la ripida parete dello spot precedente, rende l'approccio ai pinnuti leggermente meno problematico.
Troveremo soprattutto tantissimi saraghi, maggiori e faraone, alcuni veramente grossi, orate e, se saremo fortunati, potremo incontrare il pesce esteticamente più bello presente in zona, il pagro reale, o hurta. Le spigole sono quasi introvabili in estate, cominciano a intravvedersi in autunno e risultano invece comuni, e anche di grosse dimensioni, in pieno inverno.
Anche in Algarve il differenziale tra alta e bassa marea può superare i 4 metri e vede sempre la fase terminale crescente come momento più favorevole per pescare sottocosta.