Immagina di essere nato agli inizi degli anni Ottanta e di avere meno di 10 anni quando guardi il tuo primo film sull'apnea, considera poi che a dar vita alla storia siano le leggende Jacques Mayol e Enzo Maiorca, e aggiungi a tutto ciò una passione incondizionata per questa disciplina. Dato ciò, non posso non dichiarare che Le Grand Bleu rappresenta il più bello tra i film sull'apnea che io abbia mai avuto il piacere di vedere
Djimmy Carpanzano
Il film, diretto magistralmente da Luc Besson, trascende dal semplice racconto sportivo per avventurarsi nelle profonde acque dell'esistenza umana. Attraverso la rivalità sportiva tra Jacques Mayol ed Enzo Molinari (Maiorca), interpretati rispettivamente da Jean-Marc Barr e Jean Reno, il film ci conduce in un viaggio che esplora non solo i limiti fisici della disciplina, ma anche quelli emotivi e spirituali dei suoi protagonisti.
Anche la fotografia è pazzesca; le riprese subacquee, abbinate alla colonna sonora di Éric Serra, si fondono perfettamente con la narrativa, arricchendo il racconto della rivalità e dell'amicizia dei protagonisti, della relazione quasi mistica che Jacques intrattiene con il mare e catturando l'essenza di due uomini ossessionati non solo dall'apnea, ma dalla costante ricerca di qualcosa che va oltre la vittoria sportiva.
La competizione, piena di rispetto e ammirazione reciproca, riflette la dualità tra l'uomo e la natura, tra la necessità di superare i propri limiti e il desiderio di fondersi con l'elemento acquatico.
Le Grand Blue rimane un capolavoro senza tempo, un film che ogni appassionato e non solo dovrebbe vedere almeno una volta, per godersi un viaggio emotivo e spirituale che mostra il vero essere apneisti: l'incessante ricerca di armonia con l'infinito blu.