Può sembrare strano, ma da piccolo non ho mai avuto un buon rapporto con l’acqua. Infatti, quando mia madre mi faceva il bagnetto piangevo sempre… Naturalmente abitando a Ostia Lido, non potevo non avere confidenza con il nostro mare. Verso l’età di 7 anni per cercare di farmi superare questa prepotente “fobia”, mio padre (marinaio di lunga data) e pescatore da sempre, comincia a portarmi in barca, mi fa vivere il mare, mi insegna le tecniche di pesca basilari, ma soprattutto la sicurezza. Mi spiega la bellezza dell’assetto costante, la disciplina madre dell’apnea, apprezzando sempre più quanto possa essere bello il mare visto da sotto, il silenzio, il cuore che rallenta e le sensazioni di grande benessere hanno fatto il resto. Pare ci sia riuscito, perché oggi mi trovo con la mia scuola a insegnare apnea. Una vera filosofia di vita
Emiliano Brasini
Chi è Navarino
«Apneista da sempre, nasco come pescatore sportivo, poi arriva l'agonismo e la passione per l'apnea pura. Realizzo un sogno nel 2001 dopo aver frequentato il mio primo corso sotto la guida di un grande istruttore di apnea e di pesca: Roberto Tiveron, di Apnea Academy.
«Mi perfeziono grazie ai più grandi maestri di questa didattica, poi divento istruttore Pss, istruttore di pesca e allenatore federale Fipsas, infine mi completo come istruttore di monopinna e di assetto variabile.
A ottobre creo la mia scuola, Security Apnea, mentre nel 2008 viene aperta all’interno della Security una Asd di pesca Olokin. Infine, nel dicembre del 2017 cambio nuovamente didattica, tornando con il mio grande amico Gianluca Genoni in Pss.
Ho 4 fantastici amici che fanno parte dello staff della scuola (Giovanni Vitolo, Umberto Tiberi, Massimiliano Bizzozero e Massimiliano Pierro), che da allievi sono diventati Istruttori di apnea, di pesca e allenatori federali.
L’agonismo fa bene nella crescita di un allievo?
«Direi proprio di si. Ho maturato esperienza in questo campo, sperimentando diversi tipologie d'allenamento, avendo avuto la possibilità di stare a contatto diretto con i più grandi campioni d’apnea, che mi hanno seguito e aiutato nella mia crescita con tabelle personalizzate.
«Anche se ho avuto la fortuna di assaporare il gusto della vittoria, ripagandomi così dei sacrifici fatti, ho sempre pensato di aver iniziato “troppo tardi” con l’agonismo. Oggi mi accorgo che non è così, perché gli agonisti più forti non sono giovanissimi come qualcuno può pensare. Infatti, grazie alle loro esperienza, alla tenacia, alla costanza e soprattutto alla forza della mente, gli permettono di risparmiare quelle energie a noi coì importanti per avere ancora performance ad altissimi livelli. Proprio negli anni di massimo vigore, ho partecipato a molti stage con il professore Lorenzo Manfredini (Apnea Academy) che mi ha introdotto alle tecniche di rilassamento e di gestione della forza e della mente. Tecniche di training autogeno che include, oltre a esercizi fisici tradizionali, la meditazione e pratiche di respirazione Pranayana derivanti dallo yoga.
«Tutt’ora quando faccio lezione cerco di trasmettere la mia passione per la subacquea, cerco di far capire l’importanza della mente in acqua e fuori, soprattutto quando non si ottengono risultati rapidamente. Posso garantirvi che allenare la mente è molto più difficile che allenare il corpo».
Un passo… nel passato!
«Non si può non menzionare i nostri maestri. Una disciplina che trova i suoi precursori e inventori in personaggi mitici come il comandante Raimondo Bucher, che lancia la sua prima sfida al palombaro nel 1950 e fissa il record a 30 metri, poi il mitico Enzo Maiorca, che con Jacques Majol negli anni Sessanta e Settanta teneva incollati milioni di appassionati alla Tv, fino ad arrivare ai grandi Umberto Pellizzari, Pippin Ferreras, Gianluca Genoni e Stefano Makula. Ho cercato di apprendere un po’ da tutti questi grandi maestri, che hanno fatto diventare la subacquea uno sport di massa».
Cosa ne pensi di pelizzari, genoni e Zecchini?
«La “differenza” tra Pelizzari e il grande Geno?, sinceramente non l’ho trovato. L’unica cosa che posso dire è che Umberto è anche un grande pescatore, mentre Gianluca vive l’apnea pura ormai come la vivo io. Sì. perché dopo gli anni di agonismo mi trasformo da pescatore in apneista puro e perdo quell’istinto primordiale che avevo come pescatore. Metto la grande Zecchini nella parte finale, ma solo per la giovane età. Non ha bisogno di presentazioni. Una grandissima atleta e una meravigliosa persona dentro e fuori, che nel nostro campo non è sempre facile trovare, una ragazza con i piedi a terra nonostante abbia vinto davvero di tutto».
E’ importante frequentare un corso di apnea prima di uno di pesca?
«Abbiamo iniziato tutti in maniera autodidatta, pescando con una semplice fiocina per poi arrivare ai primi fuciletti. Oggi, l’evoluzione delle attrezzature ha fatto passi da gigante e tutti noi abbiamo trovato un beneficio sulle nostre catture. Molte persone credono che non serva affinare le tecniche di respirazione, di compensazione e di pinneggiata seguendo un cavo guida in apnea, perché sono convinti che durante la pesca non si riescono a mettere mai in pratica tali tecniche. Niente di più falso! Posso garantirvi che non è così. Infatti, in tanti anni di scuola sono passati da noi molti pescatori già esperti, che hanno riscontrato un gran beneficio (Training autogeno, respirazione pranayama, compensazione) durante gli allenamenti settimanali che la scuola propone in piscina e nelle uscite in acque libere, sia per l’apnea che per la pesca. Occorre partire dal presupposto che la conoscenza del proprio fisico e dei propri limiti devono essere la prima regola per non incombere in patologie legate all’apnea. E’ per questo che vi dico di frequentare prima un corso di apnea e poi uno corso di pesca.
Il sogno nel cassetto?
«L’ho già realizzato nel lontano 2001 proprio grazie a Tiveron (un grande pescatore), colui che mi spronò ad andare avanti fino a portarmi a diventare istruttore di apnea. Oggi mi trovo dopo 22 anni di scuola a essere circondato da meravigliose persone che amano questa disciplina».