In questa seconda parte dedicata alle attrezzature cosiddette secondario ma, lo ripeto, ugualmente importanti, ci occupiamo di occhialini e tappanaso
Marco Nones
L'utilizzo di questi due strumenti combinati rappresenta l'apice della ricerca verso la massima performance possibile. Infatti, rimuovendo la maschera dal nostro set-up, ci liberiamo finalmente di uno spazio aereo esterno che, sottraendo volume all'aria disponibile per la compensazione delle orecchie, rende più difficile il raggiungimento di quote importanti. Oltretutto, in specifiche discipline come il free-immersion o la rana subacquea, dove abbiamo le braccia costantemente impegnate nel movimento propulsivo, otterremo anche il beneficio di poter compensare "al volo" senza dover pinzare il naso con una mano, ottenendo quindi maggiore efficacia nella propulsione e maggiore fluidità nei movimenti... un gran bel vantaggio!
Naturalmente ogni medaglia ha il suo rovescio. La rimozione della maschera presenta infatti alcune problematiche. Vediamo quali. Togliendo la maschera, per prima cosa perdiamo l'isolamento aereo tra l'acqua e le nostre vie aere superiori; l'acqua, infatti, potrà liberamente entrare attraverso le nostre narici e creare ovvi fastidi e problematiche. Si può quindi facilmente intuire l'utilità del tappanaso.
Il mercato offre ormai un’ampia scelta, a mio avviso non esistono modelli migliori di altri in quanto la loro funzionalità dipende principalmente da caratteristiche fisiche personali. Mi sento però di consigliare, se possibile, di provarne con attenzione vari modelli prima di scegliere quello giusto; il tappanaso “perfetto” dovrebbe rimanere fissato bene al naso senza però creare troppo fastidio e, soprattutto, dovrebbe rimanere in posizione anche durante la fase compressoria della compensazione. Ecco perché vonsiglio di provarlo simulando all'asciutto le classiche manovre compensatorie e non solo provando a tirarlo via con la mano.
il secondo problema derivante dalla rimozione della maschera è ovviamente quello della perdita della nitidezza nella visione subacquea, se anche per voi questo dettaglio rappresenta un problema avete bisogno di aggiungere degli occhialini al vostro set-up. Un buon modello da apnea deve quindi permettere una visione nitida e, naturalmente, non deve risucchiarvi i bulbi oculari fuori dalle orbite durante i tuffi; per rimediare a questo problema esistono fondamentalmente due soluzioni: gli occhialini allagabili (fluid goggles) o i modelli autocompensanti.
- I modelli allagabili, chiamati "fluid goggles", superano il problema dello schiacciamento oculare sfruttando l'incomprimibilità dei liquidi, essi andranno allagati completamente prima delle nostre discese così da non subire alcuna variazione volumetrica ed evitandoci seri problemi ai bulbi oculari. In questi modelli la visione nitida viene invece garantita dalla presenza di speciali lenti appositamente progettate e graduate per funzionare nonostante il liquido presente fra l'occhio e la lente stessa. Generalmente il campo visivo è molto ristretto ma si riesce comunque a vedere nitidamente.
- I modelli autocompensanti, contenendo aria al loro interno, superano il problema dello schiacciamento grazie alla presenza di una membrana morbida deformabile che permetterà la normale perdita volumetrica senza risucchiare i bulbi oculari; la visione nitida viene invece garantita proprio dalla presenza di aria al loro interno, esattamente come per una normale maschera.
Indipendentemente da quale modello sceglierete, vi consiglio di investire un po’ di tempo nella loro "messa a punto". Dovete infatti sapere che la distanza pupillare (fra le vostre pupille) deve corrispondere esattamente alla distanza fra le lenti applicate negli occhialini per evitare il fenomeno della visione sdoppiata (incredibilmente fastidioso). Per questo motivo quasi tutti i modelli vengono venduti con naselli sostituibili di diverse lunghezze per adattarsi alle singole necessità.
A questo scopo richiedo sempre ai miei studenti di effettuare un buon numero di sessioni a bassa profondità per prendere dimestichezza con questi nuovi strumenti prima di avventurarsi negli abissi. Sentirsi a proprio agio con la nostra strumentazione è fondamentale per ottenere i risultati cercati. Infatti, se non ci sentiamo padroni della situazione non saremo in grado di esprimere al meglio le nostre reali abilità.