2 ottimi prodotti, molto robusti e ben fatti, con il fiore all’occhiello della frizione, che si serra già con una rotazione di tre quarti di giro: davvero rapida!
Emanuele Zara
La Pathos ha realizzato una nuova serie di mulinelli leggeri e compatti, i Reel Evo 2024. Prodotti interessanti e degni compagni degli arbalete dell’azienda, modelli che lavorano in orizzontale e con alcune caratteristiche davvero interessanti. Si nota subito che sono stati progettati da chi va per mare, senza tanti fronzoli e una grande funzionalità.
Ho ricevuto da Giacomo De Mola i Rell Evo 40 e 50, che si differenziano tra loro unicamente per le dimensioni d'ingombro, per la capacità della bobina e per il pomellino della frizione. Sono riuscito a smontarli accuratamente e ha carpirne bene la fattura di costruzione, la qualità dei dettagli e, montandoli rispettivamente su un Pathos Saragos Evo Carbon e su un Laser Evo, a testarli in mare.
A catalogo ci sono due versioni di Rell Evo 50 e una di Rell Evo 40, distinguibili per la colorazione dell'involucro scaricato all’esterno, che unicamente per la versione 50 è disponibile in tre colorazioni, brown, gray e black.
Il perno centrale è in acciaio inox ed è solidale all'involucro, scaricato all’esterno, stampato in polimero caricato; si tratta di un pezzo riciclato e riciclabile. Rimuovendo il pacchetto frizione, e successivamente estraendo la bobina, anch'essa scheletrata, si osserva nei particolari l'albero in inox con il “ragno” di base semi annegato nel polimero e due fori laterali. Tramite queste due luci si possono inserire le viti lunghe in inox a corredo, rimuovendo quelle corte originali, e poi fissare il corpo al fusto degli arbalete Pathos.
L'accessorio, il semi guscio dotato di sganciasagole a coccodrillo, alette abbassa filo e slitta per la femmina del telaio esterno, costituisce l'elemento di interposizione tra il mulinello e il fusto. Una volta che la carenatura esterna è fissata all'arma, praticamente tangente all'elsa, ci si rende conto che il sistema è ancorato in modo “marmoreo” al fucile, sia esso in carbonio o in alluminio.
Utile e funzionale l'anellino interno ricavato dalla bobina, che ha un foro passante per annodare la sagola così da iniziare l'avvolgimento senza perdite di tempo. La frizione permette, con una sola rotazione (anche non completa), di aprirla o serrarla; una regolazione davvero rapida.
Sul Evo 40 il pomello è cilindrico, sul 50 è a elica, ancora più comoda da manovrare. Infine, da segnalare il nuovo braccetto di riavvolgimento, estensibile e in inox: il pomellino è rotante; in posizione di riposo la staffetta può essere riposizionata e fermata grazie a dei rilievi sulla superficie della bobina, il che rivela un impiego in mare sicuramente agevole. In ultimo, e costituisce un valore aggiunto importante, la Pathos ha in catalogo tutti i ricambi per questi mulinelli, quindi se si rompe o si smarrisce un componente è possibile rimpiazzarlo senza problemi.
Per procedere al montaggio occorre procurarsi due giraviti, uno con la testa a taglio e uno con la testa a croce. I mulinelli si smontano svitando innanzitutto la vite che si vede all'interno del comando frizione. Il filetto della vite a testa larga è corto e una volta rimossa si svita del tutto il pomello frizione e si toglie poi la boccola in plastica che appoggia su un O-ring incastonato nella sede circolare della bobina. Dopo aver rimosso i pezzi della frizione, si estrae la bobina e ci si troverà in mano solo la carenatura.
A questo punto si prende l'arbalete e con il giravite a croce si rimuovono le due viti che trattengono il modello originale. E' un manicotto in polimero che ospita anteriormente lo sganciasagole a coccodrillo, sui lati le alucce per tenere le passate di sagola in ordine e aderenti al fucile e inferiormente la guida “maschio” per l'innesto “femmina” presente sul telaio esterno dei Reel Evo. Viene tenuto in posizione da due viti in inox con la testa croce: si svitano e il supporto plastico si toglie. Nel maneggiare il pezzo bisogna fare attenzione alle punte acuminate sui lati: una disattenzione e si rischia di bucarsi un dito. A questo punto si innesta la carenatura sulla slitta e una volta allineati i fori con quelli dell'affusto si inseriscono le due viti più lunghe a corredo dei mulinelli e si ricolloca tutto avvitando a fondo.
Nel rimontare la bobina si apprezza internamente la sede passa filo e viene naturale legare la sagola per allestire gli arbalete. Avvolgo del Dyneema da 1.5 e riempo i rocchetti quasi a filo; la carenatura impedisce che le spire escano. Esco con l'amico Gianluca e ci scambiamo le armi durante la battuta. I mulinelli sono abbastanza compatti e nel brandeggio non offrono troppa resistenza.
Sparo a un muggine e la frizione, tenuta appositamente poco serrata, fa uscire il sagolino in automatico. Il pesce si divincola ma lo raggiungo e lo metto a cavetto. Il filo è in bando, ho fatto un segnetto con il pennarello per sapere dove spunta dalla bobina esattamente e mentre riavvolgo qualche metro in esubero, usando il braccetto estensibile, apprezzo la comodità con cui imbobino il Dyneema.
Gianluca con il Laser Evo ha sparato a un sarago intanato sotto una pietra e lo vedo risalire. Mi spiega che ha lasciato il pesce sotto la lastra, colpito non troppo bene ed è risalito sulla verticale mollando filo. E’ rimasto sorpreso dalla regolazione della frizione; è bastato svitarla leggermente affinchè la bobina srotolasse quasi senza attrito il sagolino. Facciamo altre prove e in tutte si apprezza la facilità con cui si gestiscono i mulinelli.
Riassumendo, l'aspetto che più mi ha colpito è la gestione e la regolazione della frizione: è sufficiente allentare leggermente il comando per liberare sagola; viceversa, se si serra il filo non esce. Poi, anche tirando il sagolino con veemenza non si formano parrucche, e questa è una sicurezza nel caso si recuperi una preda capace di mettere a dura prova il pescatore.
Ai voti
Livello di costruzione: 8.5 I nuovi Reel Evo sono realizzati davvero bene. Il perno centrale, il braccetto di recupero, la viteria sono in inox, il corpo esterno e la bobina stampati in polimero
Ergonomia: 8 L'involucro esterno è liscio e robusto e svolge bene il compito di non far uscire la sagola sulla bobina interna; il braccetto di riavvolgimento con il pomellino è estensibile e rientra nel volume d'ingombro in altezza del comando frizione
Gestione: 8.5 Sono abbastanza facili da montare, però occorre un po’ di tempo; eccellente il forellino per inserire il filo sulla bobina; la carenatura svolge il ruolo di contenimento del filo, di anti grovigli, coadiuvato da un cilindretto verticale guida filo; i braccetti estensibili sono comodissimi e il comando frizione è azionabile con neanche una rotazione completa
Rapporto qualità/prezzo: 7.5 Vengono di listino 45 e 40 €, poi c’è lo sconto negozio
I top
La frizione si aziona e si serra già con una rotazione di tre quarti di giro: davvero rapida
efficace e comoda la levetta estensibile di avvolgimento della bobina
I flop
Rimuovendo il supporto semitondo del fucile, occorre un po’ di tempo per l'operazione di montaggio
Scheda tecnica
Materiale: involucro esterno e bobina in polimero caricato riciclato; perno centrale, viteria, braccetto estensibile in acciaio inox.
Capacità. Reel Evo 50 oltre 60 mt di sagolino da 1.5; Reel Evo 40 circa 50 mt
Dimensioni e ingombri: Reel Evo 50, 92 mm di diametro massimo e 69 mm di altezza massima; reel Evo 40, 70 mm di diametro massimo e 69 mm di altezza massima
Materiale e tecnica costruttiva
I nuovi Rell Evo sono stati progettati e stampati in Grecia. Sono strutturati da una bobina interna e da un involucro esterno, entrambi notevolmente alleggeriti da luci di scarico generose. Le schelatrature vengono stampate in polimero caricato derivato da materiale riciclato, e a fine ciclo nuovamente riciclabile. La carenatura esterna ospita un perno in acciaio inossidabile 316L e tramite un ragno di stabilizzazione è costampato e saldamente adeso alla struttura plastica; sulla parte esterna è dotato di slitta femmina e il suo ruolo è quello di carenare il mulinello e impedire che la sagola possa fuoriuscire. Coadiuva il ruolo di anti parrucche anche un cilindretto rotante di colore bianco collocato in verticale e dove il filo si appoggia in uscita. Il comando frizione, a doppia ala per il Reel Evo 50, cilindrico per il Reel Evo 40, è in polimero caricato e si avvita sulla filettatura dell'asse centrale metallico trattenuto poi da una vite in inox. Il sistema di riavvolgimento è affidato a braccetti estensibili che, in posizione di riposo, sono ospitati e trattenuti leggermente da rilievi. Le staffette sono in acciaio inox e montano un pomellino bianco rotante.
Il livello di finiture
Nell’insieme notevole. Bobina e carenatura sono stampate a regola d'arte, nonostante l'alleggerimento ottenuto da numerose e generose luci risultano rigide e non flettono. Il perno fissato all'interno dell'involucro esterno è ben piantato nel polimero. I particolari in inox sono curati e non ci sono parti taglienti, i bordi ad esempio dei braccetti estensibili sono smussati sugli angoli e lisci al tatto. Forse solo il dadino che le tiene in posizione va controllato poiché tende a svitarsi con l'uso: occorre serrarlo bene e magari assicurarlo con una goccia di frena filetti.
L’accessoristica a corredo
I mulinelli mi sono stati recapitati in buste di plastica trasparente. All'interno una bustina con due viti parker in inox: sono leggermente più lunghe e vanno a sostituire quelle presenti alla base dei fusti che trattengono piantaggio dell'impugnatura e l’elemento semi circolare con sganciasagole a coccodrillo inferiore, alucce trattieni filo alterali e slitta maschio superiore. Una volta rimosse le due viti originali corte, si riposiziona il ricambio con il telaio inserito a slitta e si vincola il tutto riavvitando le viti del kit a corredo.